Ciuccio, SIDS, lettone: lettera di una mamma

Abbiamo ricevuto questo commento, a cui ci è sembrato importante tentare di rispondere:

Spero che pubblicherete il mio commento. Cercavo informazioni sull’allattamento al seno e mi sono imbattuta sul vostro sito. In primo luogo concordo al cento per cento con il vostro impegno a spingere l’allattamento, credo però siano opportune delle precisazioni. Ho allattato i miei bambini fino ai 2 anni di età, con molta soddisfazione per me e per loro. Allo stesso tempo ho sempre utilizzato i succhietti…e vi assicuro che non ho mai riscontrato nessun problema i confusione del capezzolo o altro. Anzi, mi è sempre stato consigliato di utilizzare il succhietto come misura di prevenzione antisids. Perchè voi invece lo boicottate? Inoltre mi è sempre stato vietato di condividere il letto con i piccoli, cosa che invece voi consigliate. Qual è la posizione corretta? Mi sono informata a tal proposito e sembra che la condivisione aumenti i rischi di morte in culla. Mi potete dare una riposta?

Vania

ciuccio_sids

Cara Vania,

grazie di averci scritto: hai toccato un argomento importante e molto complesso, per il quale dare risposte semplici (o semplificate) è sempre rischioso, anche se talvolta necessario (ad esempio per rispondere ad altrettanto semplificate campagne pro-succhietto sponsorizzate, guarda caso, da chi i succhietti li produce).

Provo a risponderti.

1) Gli studi sulla SIDS hanno evidenziato come alcuni comportamenti abbiano un effetto protettivo; il valore di questi studi è puramente statistico in quanto la SIDS è, per definizione, un fenomeno ancora inspiegabile (quando si trova una causa certa di morte del bambino, non la si cataloga come SIDS).

L’entità dei fattori protettivi è diversa: non tutti i comportamenti consigliati hanno lo stesso “peso” (il più determinante è la posizione di riposo a pancia in su, gli altri hanno peso statistico minore). Ogni comportamento/abitudine – rilevato statisticamente – fornisce delle ipotesi anche sulla possibile natura della SIDS (per fare un esempio: dal fatto che tra le vittime della SIDS ci sono più bambini esposti al fumo che bambini non esposti al fumo, deduciamo che la SIDS dipende anche dalla capacità respiratoria del lattante, che viene compromessa dal fumo passivo).

Poiché le apnee – piuttosto frequenti nei neonati – possono, se molto frequenti e prolungate, essere un fattore predittivo della possibilità di SIDS, tutto ciò che le riduce ha un effetto protettivo. La suzione riduce le apnee, quindi mettere il bambino in condizione di succhiare durante il sonno riduce il rischio di SIDS.

Qui si entra in una valutazione più complessa, perché si incrociano effetti contrastanti, per cui dare una risposta categorica in un senso o nell’altro (semplificata, o semplicistica) diventa riduttivo o può rivelarsi scorretto: infatti

a) ci sono studi che evidenziano che l’uso del succhietto, soprattutto se proposto nelle primissime settimane di vita, può interferire seriamente con l’allattamento al seno;

b) l’allattamento al seno, oltre che essere uno strumento di salute in generale, è uno dei fattori protettivi per la SIDS (proprio perché il bambino è meno affetto da patologie dell’apparato respiratorio, o ne è affetto in modo meno grave);

c) molti bambini piccoli poppano molto frequentemente di notte – in modo che i benefici della suzione sono garantiti dall’allattamento; inoltre la vicinanza con la mamma durante la poppata porta alla regolazione del ritmo cardiaco del bambino e per il bambino che dorme accanto alla mamma c’è una importante riduzione della durata e frequenza delle apnee notturne.

Quindi, dire “date il ciuccio” senza specificare quanto sopra, è una pubblicità al ciuccio e un potenziale danno per l’avvio dell’allattamento. Una informazione scientificamente corretta (e non influenzata da interessi economici) dovrebbe essere qualcosa del tipo: “Allatta al seno il tuo bambino, anche di notte se lo richiede: questo garantisce un suo migliore stato di salute e riduce – insieme ad altri comportamenti – il rischo di SIDS. Il succhietto nelle prime 4-6 settimane può interferire con l’allattamento, ma se il tuo bambino non è allattato al seno l’uso del succhietto – insieme ad altri comportamenti – può prevenire la SIDS: in quel caso, usalo”.

2) Valutazioni simili si possono fare rispetto al luogo in cui far dormire il bambino. Il luogo più sicuro è (stiamo parlando di bambini sotto l’anno di età) nella camera con i genitori, come scritto anche su questo sito. La condivisione del lettone deve (sottolineo: deve) avere degli accorgimenti (non un letto morbido dove il bimbo possa infossarsi; abbastanza spazio per tutti; mamma/papà non sotto l’effetto di alcool o medicine che ne compromettano lo stato vigile in caso di bisogno; niente coperte e/o cuscini che possano soffocare il bambino).

Spesso le mamme che allattano di notte si addormentano insieme al bambino che poppa – è un effetto degli ormoni messi in circolo dall’allattamento, che si aggiunge al fatto che le mamme di lattanti sono sempre piuttosto stanche 🙂 -.

Addormentarsi insieme nel lettone – in un lettone “messo in sicurezza” tenendo conto degli aspetti scritti sopra – è più sicuro che addormentarsi su una poltrona o un divano, da dove il bambino può cadere o può infossarsi tra i cuscini. In molti casi di scarsa crescita del bambino, in cui si cerca di aumentare la produzione di latte nella mamma, condividere il sonno incentiva le poppate notturne, che sono un toccasana per queste situazioni poiché la prolattina lavora meglio di notte. Ovviamente questo non può avvenire a scapito della sicurezza del bambino, ma con gli accorgimenti adeguati il lettone è un posto sicuro più di divani e poltroncine varie in caso di allattamento.

Resta il fatto che quella del lettone è una scelta che compie la famiglia, una volta informata rispetto gli aspetti di sicurezza, e che ogni scelta è buona se è, appunto, informata e serena. Molte mamme sono accusate di “viziare” i loro bambini quando li mettono nel lettone per rispondere meglio (più comodamente anche per la mamma) ai loro bisogni, e la nostra associazione, formata da mamme che vogliono informare e sostenere altre mamme, informa che il lettone “aiuta” l’allattamento e sostiene quelle mamme che compiono tale scelta in modo informato e sereno (così come le mamme che compiono altre scelte).

Spero di averti risposto…

Se così non fosse, non esitare a chiedere ancora.

Per il GAAM, Annalisa

10 thoughts on “Ciuccio, SIDS, lettone: lettera di una mamma

  1. Che bello trovare un sito dove si parla di queste cose. Anche io cerco sempre informazioni sull’allattamento.
    Devo dire che avevo preso contatti con le consulenti della lega latte, ma mi sono allontanata da loro perchè mi sono sembrate delle “talebane”. Invasate dalle loro idee.
    Mi sembra che si spingano sempre un pò oltre e non capiscano le vere esigenze delle mamme, specie se lavoratrici…
    Io ho sempre usato ciuccio e biberon e il mio bambino non ha mai avuto problemi a riattaccarsi al seno.
    Ora non sapevo che addirittura il ciuccio venga consigliato per ridurre la sids. Se è così mi sembra che l’informazione portata avanti da queste signore sia molto scorretta.
    Loredana

  2. Cara Annalisa, scusa se insisto ma mi trovo ad essere sempre più confusa. Le informazioni sulla Sids che ho reperito, mi sembrano arrivare da medici ed associazioni genitori (Semi per la Sds)più che autorevoli. Non mi sembra che dietro ci sia nessun intento commerciale, ma solo il tentativi di informare i genitori.
    Non mi interessa se dietro esistono conflitti di interesse, mi interessa solo cercare di fare il meglio per i miei piccoli.
    Giro spesso, anche all’estero e mai ho visto una mancanza di informazioni chiare come qui in Italia.
    Ma poi mi chiedo come un bambin picolo sia al sicuro in un lettone con due persone adulte: e se lo schiacciano? e le coperte? e il surriscaldamento? Non credo che questa pratica sia poi così da consigliare. Mi sembra molto un ritorno alla preistoria.
    Comunque io non sono un medico e neppure un’esperta e mi sono sempre regolata con miei piccoli secondo l mia natura.
    Quello che trovo ingiusto è che l’informazione, quella corretta latiti.
    Ciao
    Vania

  3. Per Loredana:
    Grazie. Mi dispiace che tu non ti sia trovata bene con la Leche League, che ha il merito di aver diffuso saperi, informazioni e competenze riguardo l’allattamento al seno anche quando l’allattamento non se lo filava nessuno. Credo che molte associazioni di mamme – ma anche molti operatori – abbiano questo “debito” nei confronti de LLL.
    A volte è questione di feeling, come tra tutte le persone se non ci si trova c’è poco da fare…

    Per Vania:
    Se avessi avuto un po’ più di tempo, avrei voluto reperire e mettere i link a studi e ricerche che supportassero il mio discorso, perché mi rendo conto che così è la parola di una mamma (io) contro quella di medici ed esperti. Beh, non proprio “contro”: non si tratta di dire “ciuccio mai, lettone sempre” piuttosto che il contrario, ma di valutare delle pratiche facendo una stima di costi e benefici caso per caso. Almeno, credo che sia sensato fare così.
    Poi forse io guardo molto ai possibili conflitti d’interesse, perché nella mia esperienza di mamma vedo che le informazioni sono troppo spesso finalizzate a far acquistare un sacco di cose inutili o addirittura dannose. Tanti allattamenti falliscono perché ci sono ancora in giro molti falsi miti e molte informazioni scorrette, già a farsi un giro su internet sui siti di chi produce o vende ciucci, biberon e latte artificiale ci sono informazioni da far rizzare i capelli.
    Hai ragione: l’informazione in questo campo lascia molto a desiderare, e non è giusto. Però credo che sia molto positivo che le persone, come hai fatto tu in questo caso, cerchino di farsi una propria idea, sarebbe peggio se tutti ci muovessimo come pecoroni dietro a qualche linea-guida che si dichiari Verità Assoluta.
    O sbaglio?

    Grazie dei contributi,
    Annalisa

  4. Buongiorno a tutti.
    Data la delicatezza degli argomenti trattati, mi sento di inviarvi il mio contributo. Mi occupo da anni della problematica Sids e data la mia formazione medica trovo sia opportuno fare chiarezza su alcuni punti.
    Non voglio assolutamente mettere in discussione l’operato delle numerose sostenitrici della Lega Latte che tanto hanno fatto e tanto stanno facendo per sostenere l’allattamento al seno.
    Nessuno ad oggi può mettere in dubbio i vantaggi per mamme e bambini di questa pratica.
    Devo però riconoscere come alcune informazioni diffuse da questi gruppi siamo in controtendenza con le più recenti raccomandazioni antisids, accettate ormai su scala internazionale.
    Nella fattispecie, la non condivisione del letto e l’utilizzo del succhietto nel momento della nanna sono due delle raccomandazioni sostenute ed oramai accettate proprio come validi comportamenti per la riduzione della Sids.
    Non voglio entrare nel merito delle questioni legate alle varie metodologie sulla condivisione del lettone, ma mi sento di dire che si tratta oggi di una pratica da sconsigliare. Nei primi mesi di vita si consiglia la condivisione della stanza, ma il bimbo deve dormire nella sua culla, non nel lettone con i genitori. L’allattamento al seno non ne risentirà perché il piccolo sarà comunque a portata di orecchio della mamma.
    Per quanto riguarda il succhietto, l’introduzione viene consigliata a partire dal momento in cui l’allattamento al seno si sia consolidato, e quindi vediamo che l’importanza dell’allattamento non viene messa in questione.
    Ora io non sono un’esperto di suzione e allattamento, ma credo che sia ora necessaria una presa di coscienza da parte di quanti vietano in modo assoluto l’uso del succhietto: l’evidenza scientifica ne prova l’effetto protettivo, diciamolo alle mamme!! Concentriamoci magari sull’informazione sul corretto uso del succhietto, su quali debbano essere le sue caratteristiche….
    Seguendo dal di fuori la questione, mi sembra che spesso ci si areni su polemiche sterili e poco costruttive, mettendo in secondo luogo l’importanza dell’informazione corretta.

  5. Gentile Dottore,
    sono d’accordo con lei che lo scopo di questi confronti e dello scambio di informazioni sia quello di rendere le famiglie più consapevoli e informate, non quello di entrare in polemica per stabilire “chi ha ragione”. Io sono una mamma, e sono ben consapevole che le mie conoscenze, per quanto io cerchi di approfondire, non sono quelle di medici e operatori che si occupano di specifici settori della salute materno-infantile. Quindi la ringrazio delle sue precisazioni.
    I commenti e gli articoli sul tema presenti su questo sito sono per lo più stati pubblicati in seguito o in relazione a due situazioni:

    – campagne pro-ciuccio che hanno avuto come sponsor ditte produttrici di succhietti e che hanno enfatizzato l’uso del succhietto senza inserirlo nel contesto di tutte le altre buone abitudini di prevenzione della SIDS e senza consigliarne l’uso dopo il consolidamento dell’allattamento al seno;

    – a seguito di queste campagne, gli interrogativi (i dubbi, le ansie) delle mamme che allattano: che fare se il bambino allattato a cui è proposto il succhietto non lo vuole? smettere di allattare perché accetti il ciuccio? … A una mamma che allatta 3-4 volte nell’arco della notte e che si addormenta mentre allatta e quindi di fatto il bambino rimane nel lettone, cosa direbbe? Che pur di non avere il bimbo nel suo letto vada su una poltrona e rischi di addormentarsi lì?

    Le linee guida sono un po’ criptiche rispetto alle diverse situazioni concrete, che forse necessitano proprio di discussioni come questa e non di assolutismi che non portano veramente informazione.

    Spero che si capisca che non voglio avere l’ultima parola e che il mio intento è quello di problematizzare, perché chi legge questi commenti ne esca più ricco e informato. Io sono una di quelle mamme il cui bimbo ha sempre sputato il ciuccio e che ha allattato sul divano per 4 mesi prima di essere informata che, nel nostro caso, il lettone era meglio del divano e la tetta e il contatto fungevano da ciuccio.

    Cordialmente,
    Annalisa, mamma del GAAM

  6. Da mamma allattante di bimbo che :
    1) rifiuta il succhietto (ne ho acquistati ormai circa 50)
    2) richiede il seno ogni due ore soprattutto di notte (di giorni ha orari consolidati)

    mi pongo le stesse domande.

    Forse non ho comportamenti giusti anti sis, e me ne dispiace…
    ma di sicuro voler dormire qualche ora in più, pur con lui nel lettone, protegge mio figlio da altri rishchi, come il colpo di sonno quando giriamo in macchina

  7. Sul sito del gruppo yahoo Ali_ba_ba è apparsa la traduzione di un articolo dell’ABM (Academy of Breastfeeding Medicine) dal titolo “Linee guida su cosleeping e allattamento al seno” che enuclea molto bene tutta la complessità dell’argomento, non risolvendola in un semplicistico “ciuccio sì, lettone no”.
    Ne consiglio la lettura a tutte le mamme che vogliano informarsi sulla questione; la traduzione di Elena Dal Prà (grazie!) è stata revisionata dall’epidemiologo Adriano Cattaneo.
    Annalisa, GAAM

  8. ahhhh quanti se e quanti ma…io ho allattato al seno fino ai 14 mesi e avrei continuato ancora se non mi fossi ammalata…il cucciolo ha iniziato a dormire nel lettone regolarmente verso i 4 mesi ed è tuttora una gioia immensa per tutta la famiglia!! succhietto di rado perchè era più che soddisfatto dal seno, allattandolo ogni due ore circa era più che controllato per la questione SIDS direi di aver abbassato molto il rischio anche se la paura c’era sempre ma sapevo che stavo facendo la cosa migliore per lui! Più istinto di mamma e meno congetture/pseudo studi…..che chissa’ che fini hanno e troppo spesso hanno a che fare con guadagni…sulla pelle dei nostri bambini!!!

  9. Non voglio entrare in merito a studi e linee guida, voglio solo riportare la mia esperienza di mamma…allatto mio figlio al seno da 25 mesi soprattutto di notte, quando era più piccolo almeno fino ad 1 anno si svegliava spessissimo , a volte anche ogni ORA e voleva poppare, quindi che fare? stressarsi continuamente per tutta la notte per rimetterlo nel lettino oppure cosleeping? io e mio marito abbiamo deciso per far dormire il cucciolo con noi! non potevo altrimenti, richiedeva troppo il contatto di notte…si perchè mi sono resa conto che oltre a voler poppare spesso voleva proprio dormire attaccato a me, sentendola mia presenza, il mio calore e in continuo contatto, Non avrei potuto fare diversamente!
    Credo comunque di aver preso la decisione migliore per noi perché mi sono subito resa conto di aver risposto ad un forte bisogno di mio figlio!
    Inoltre, avendolo li accanto a me mi svegliavo ogni suo movimento il nostro ritmo di sonno era in sincronia e se voleva iniziava a poppare e io riprendevo a dormire…mi sento di dire che per il discorso SIDS avevo la situazione molto sotto controllo.
    In realtà, il fatto di dormire insieme mi faceva stare più tranquilla, lui si svegliava, poppava e si riaddormentava…semplicemente!
    Fabiola

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