Un mondo da salvare

Riportiamo l’intervista di Sara Gelli, giornalista di Radio Bruno e del Tempo, ad Annalisa Paini (l’intervista in PDF è disponibile qui):

Annalisa Paini è impegnata in prima persona nell’opera di sensibilizzazione: l’obiettivo principale è quello di proteggere l’infanzia dai danni derivanti dall’inquinamento ambientale, misurabile attraverso il latte delle mamme

Difendere i bambini dalle diossine

Le diossine sono sottoprodotti che derivano da processi di combustione e sono molto pericolose per la salute. Vengono emesse nell’aria soprattutto da alcuni  impianti industriali e dagli inceneritori di rifiuti. Si diffondono nell’ambiente attraverso acqua, aria e vegetali, da cui passano poi nella catena alimentare arrivando all’uomo. Ognuno di noi ha un “fardello corporeo” di sostanze inquinanti che, oltre alle diossine, comprende molti veleni: pcb, pesticidi, metalli pesanti, ritardanti di fiamma, che si depositano soprattutto nella parte grassa.

Per questo motivo, il latte materno è considerato un indicatore della presenza di sostanze inquinanti nell’organismo umano: le sostanze tossiche presenti nel latte delle mamme rispecchiano il fardello corporeo di inquinanti di una popolazione. A differenza di quanto avviene in altri Paesi, in Italia il biomonitoraggio per valutare l’evolversi della quota di inquinanti presenti “in vivo” e specificamente nel latte materno, non si fa su larga scala. Nei paesi dove questo è stato fatto si è potuto riscontrare una diminuzione consistente di tali livelli nel latte delle mamme per cui, ad esempio, dai 40 pg/grammo di grasso riscontrati mediamente in Belgio alla fine degli Anni 80’, si è passati nel 2007 a 5 pg/grammo di grasso nel latte delle mamme svedesi, finlandesi e ungheresi. Da analisi fatte a cura di Comitati spontanei o dai pochi studi esistenti, emerge che nel nostro Paese la quota di diossine presenti nel latte materno è mediamente intorno a 10 pg/grammo di grasso ma che, in territori particolarmente inquinati come Taranto, è oltre il doppio. A lanciare l’allarme sono le numerose associazioni di medici e genitori riunite nella Campagna Nazionale in Difesa del Latte Materno dai contaminanti ambientali: queste sostanze infatti sono le stesse che il feto ha ricevuto attraverso il cordone ombelicale, durante la vita intrauterina, proprio quando il suo organismo era in formazione.

“Il latte materno è un bene comune di inestimabile valore, il primo dono d’amore che un piccolo riceve nella vita”, scrivono i promotori dell’iniziativa. Questa prima e insostituibile fonte di nutrimento è “fonte di benessere e salute per la mamma e per il bambino”, ma anche “per la società e per l’ambiente” che, “mai come oggi, al pari di altri beni comuni, è minacciato dal profitto e dall’inquinamento”.

Annalisa Paini del Gaam di Carpi, Gruppo Aiuto Allattamento Materno, nonché socia attiva anche delle associazioni Mami (Movimento Allattamento Materno Italiano) e IBFAN (International Baby Food Action Network) è impegnata in prima persona nell’opera di sensibilizzazione. L’obiettivo principale è quello di proteggere l’infanzia dai danni derivanti dall’inquinamento ambientale, in alcune zone così ingente da arrivare persino nel latte materno. “Sappiamo – ci spiega – che l’esposizione ad agenti inquinanti avviene già in utero e questo può condizionare lo stato di salute non solo nell’infanzia ma anche nell’età adulta, con possibilità di trasmissione transgenerazionale dei danni. Le mamme non devono però temere di allattare, perché il loro latte garantisce comunque esiti di salute migliori dei sostituti artificiali, a parità di esposizione in utero; l’appello della Campagna è piuttosto che tutte le mamme lottino per un ambiente più sano, per i propri figli e per tutti”. Il latte materno, indicatore molto attendibile dello stato di salute dell’ambiente di vita della madre, diventa quindi un simbolo dell’ambiente in cui viviamo, che deve essere “preservato dai contaminanti ambientali”.

La Campagna ha richieste e proposte molto concrete e fattibili perchè tutti devono capire che l’ambiente può e deve essere migliorato. La prima richiesta della Campagna riguarda il biomonitoraggio a campione del latte materno, mai eseguito in Italia. La seconda, invece, la ratifica della Convenzione di Stoccolma.  Quest’ultima, sottoscritta nel 2001 ed entrata in vigore nel 2004, prevedeva il divieto di produrre e immettere in ambiente agenti inquinanti tossici e persistenti, fra cui le diossine. Oggi sono 151 gli Stati che hanno ratificato la Convenzione, inclusi tutti quelli europei. O meglio, quasi tutti: all’appello manca infatti l’Italia che l’ha sottoscritta, ma mai ratificata. Le altre richieste riguardano poi la messa al bando di pratiche altamente inquinanti e assolutamente evitabili quali l’incenerimento di rifiuti e biomasse, un controllo rigoroso e in continuo degli impianti non immediatamente eliminabili e la creazione di un marchio “ dioxin free” per gli alimenti.

“Oltre al mio impegno personale – continua Annalisa – anche il Gaam ha aderito alla Campagna e nel banchetto che allestiremo il 20 maggio, in occasione della Primavera del Volontariato, proporremo il libro Un mondo da salvare, una storia che ha scritto Linda Maggiori, una mamma di Faenza, per i suoi due bimbi, illustrato dagli alunni delle scuole di Venafro, un paesino ad altissimi tassi di inquinamento e di malattie infantili a esso collegabili. Il libro spiega con parole molto semplici che vivere in un mondo meno inquinato è possibile e le offerte che verranno raccolte andranno alla Campagna Nazionale: vi invitiamo quindi a passarci a trovare per lasciare la vostra adesione e per sostenere una battaglia che, pur in nome del latte materno, riguarda tutti, anche chi non ha potuto o voluto allattare”.
S.G.